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XENIA, il dolore di un amore

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(PAV Edizioni)

XENIA (Ξá½³νια). - Xènion o (più spesso) xènia, è l'antica denominazione dei doni all'ospite in genere o più specificamente degli alimenti inviati agli ospiti nelle stanze messe loro a disposizione dal signore della casa.

Nome femminile di origine greca, Xenia deriva dal termine 'xenos' che significa 'straniero, ospite, forestiero', ma anche 'ospitale', pertanto al nome si attribuisce il significato generale di 'ospitalità'. 

La xenia riassume il concetto dell’ospitalità e dei rapporti tra ospite e padrone di casa e si reggeva su un sistema di prescrizioni e consuetudini non scritte che si configurano in tre regole:

  • Il rispetto del padrone di casa verso l’ospite

  • Il rispetto dell’ospite verso il padrone di casa

  • La consegna di un regalo d’addio all’ospite da parte del padrone di casa.

Il padrone di casa doveva essere ospitale e fornire all’ospite cibo e bevande e la possibilità di lavare il corpo e indossare vesti pulite. Non era educato porre domande fino a che l’ospite non l’avesse concesso. Vetruvio scrive che gli artisti dell’antica Grecia chiamavano “xenia” un genere pittorico (simile all’odierna natura morta) che rappresentava galline, uova, ortaggi frutti e altri prodotti della campagna che venivano donati all’ospite.

D’altro canto, l’ospite doveva essere gentile e non invadente. La xenia comportava anche il dovere di ricambiare l’ospitalità: un modo come un altro per dire che il visitatore non era un membro vero e proprio della comunità ma solo un ospite temporaneo.

In quest’opera, xenia è una donna, un amore, un sogno che vive tra le tre regole con leggerezza.

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